Ma il Mais non cresce sugli alberi!

Per noi Mais non è una pianta, ma un micio speciale! Vi raccontiamo la sua storia, anzi…la nostra storia! Fino a qualche anno fa, arrivando al Rifugio, il primo muso amichevole che avresti trovato ad accoglierti sarebbe stato quello di Mais, un micio vecchio e bruttino che gironzolava tranquillamente per il canile. Tutti lo salutavano e parlavano con lui, Mais ricambiava con sguardi attenti, seguendo i movimenti dei suoi amici umani senza mai allontanarsi troppo. Se ne aveva voglia, veniva a prendersi qualche carezza o ti accompagnava in giro, controllando sempre che i suoi amici del rifugio fossero ben accuditi e coccolati. Non amava essere toccato cosa che faceva capire benissimo con decise zampate…Chi tra i volontari non è mai stato rimesso al suo posto da Mais?! Il 5 Aprile 2013 alla veneranda età di 23 anni, Mais si è spento, lasciando in tutti noi un vuoto enorme. Mais però è ancora con noi, accanto al suo albero preferito, lui era e sarà sempre il simbolo del nostro Rifugio, nessuno di noi dimenticherà mai questo micio straordinario che adesso è l’angelo custode di tutti i nostri animali.

...e come è arrivato Mais da noi?

La sua è una storia triste come molte...ma con un lieto fine! Un giorno arriva una segnalazione: un gatto tenuto chiuso in una casa. Ovviamente siamo subito partite per andare a verificare di persona. All’indirizzo segnalato abbiamo trovato una cascina sperduta in mezzo ai campi: ad "accoglierci" un vecchio contadino scorbutico. Abbiamo allora chiesto dove fosse il micio, e l’anziano ci ha detto che lo aveva chiuso in cantina in attesa che morisse. Abbiamo cercato in tutti i modi di ottenere maggiori informazioni, ma il contadino ha fatto di tutto per mandarci via! Non potevamo abbandonare il gatto in queste condizioni e così abbiamo iniziato a girare intorno alla casa alla ricerca di questa cantina, inseguite dal contadino (per fortuna non troppo agile). Trovata finalmente la porta (se così possiamo chiamarla), l’abbiamo aperta e ci è volato letteralmente addosso uno scheletrino bianco e grigio, impaurito e ridotto come un straccio. Con il gatto stretto fra le braccia siamo saltate in macchina e siamo corse via, a tutta velocità attraverso file e file di piante di mais.

Non capivamo neanche più dove fossimo, ma la cosa importante era che il gatto fosse finalmante al sicuro con noi! Il micio, subito battezzato Mais, è stato immediatamente ricoverato: le sue condizioni di salute erano pessime e non essendo più giovanissimo i veterinari ci avevano dato davvero poche speranze… ma Mais voleva vivere e piano piano si è ripreso! Una volta dimesso dalla clinica, lo abbiamo portato al Rifugio, decise a trovargli una casa stupenda dove poter passare la sua vecchiaia. Mais però ci ha fatto capire subito che era stufo di stare rinchiuso, che voleva la libertà: così abbiamo aperto il suo box, regalandogli finalmente ciò che aveva sempre desiderato! Era libero, ma nello stesso tempo accudito, con cibo e coccole sempre a disposizione: lui amava stare in compagnia e questo gli bastava! Per tutti noi ormai Mais era diventato il simbolo  del canile, passavano gli anni ma lui era sempre lì che aspettava un saluto, un pò di pappa e i suoi vizi con la panna montata per la quale diventava letteralmente pazzo!